martedì 9 dicembre 2008

Mercalli - sticomitia del quotidiano


-Allora, come è andato il viaggio?
-Il viaggio bene.
-E il resto?
-Insomma...
-Insomma cosa?
-Eh...
-Che t’ha detto?
-Be’... Che non mi desidera.
-In che senso?
-In quel senso...
-Ahia.
-Già...
-Alquanto destabilizzante, direi.
-Decisamente destabilizzante… Ma dico, possibile che l’amore debba ridursi a una questione di genitali?
-Penso sia più che sufficiente. Che altro t’ha detto?
-Di apprezzare la sua sincerità.
-Questa è bella. Veramente bella.
-Trovi?
-Io non sopporto le persone che pensano che la sincerità sia la panacea a tutti i mali.
-Non dirlo a me...
-Essere sinceri è un modo facile e sbrigativo di alleggerirsi la coscienza, di non assumersi responsabilità.
-Già.
-A mentire ci vuole coraggio, oltre che memoria e fantasia e naturalmente una gran dose di altruismo. Un amore per il prossimo che oltrepassi il vangelo.
-Ma io adesso cosa dovrei fare?
-Ovvio: rassegnarti.
-Dici?
-Eh sì, dobbiamo tutti rassegnarci.
-Cioè?
-Cioè la storia si ripete, sempre e per chiunque: a te piace una tipa a cui non piaci e tu piaci a una tipa che non ti piace. Semplice.
-La fai facile. Io intanto sono disfatto.
-Non preoccuparti, tanto passa.
-Poco consolante, ora come ora.
-Già, ma terribilmente vero. Il tempo è un galantuomo, non dimenticarlo.
-Lo terrò presente.
-Cosa pensi di fare adesso?
-Non lo so, sono confuso.
-È normale, stai facendo i conti con il bradisismo esistenziale.
-Eh?
-Hai vissuto un terremoto nella tua vita.
-Cioè?
-Vedi... la vita procede per cataclismi, mi segui?
-Sì.
-Tutto scorre in modo lineare e preciso, si perpetuano quotidianità comprovate da anni e anni di esercizio quando all’improvviso un terremoto squarcia la quiete. La terra trema. Si apre. Dove c’era una prateria c’è ora un abisso, una distanza che a stento riesci a colmare con lo sguardo, e non c’è più nulla che sia riconoscibile come esserci da sempre, ci sei?
-Ci sono.
-Le cose prendono forme diverse, si accartocciano, si trasformano e ti ritrovi d’un tratto in un posto che non è più lo stesso per quanto sia sempre se stesso. Alla fine ti resta la consapevolezza di esserti salvato, il terrore di dover abbandonare le vecchie abitudini per poter riadattarti a ciò che ti si presenta davanti e la certezza che ciò che hai vissuto ti ha inevitabilmente cambiato.
-Hm...
-Tu sei stato l’epicentro e l’ipocentro di una scossa sismica esistenziale e adesso ne paghi le conseguenze sottoforma di un inesorabile bradisismo che ti provoca ansia.
-Però... cazzarola.
-Già, proprio cazzarola.
-Intanto che dovrei fare?
-Distrarti.
-Banale come risposta.
-Mica ho la pretesa dell’originalità. E poi, come diceva Hesse, non c’è nulla di più improduttivo del meditare sulla persona che si ama.
-Io non avevo intenzione di produrre nulla, semplicemente di consumare.
-Bah, è proprio vero, come disse il buon vecchio Henry Grymes: troppi sentimenti e troppe emozioni possono crearti grossi guai.
-E chi cazzo è?
-Contrabbassista. Storia incredibile. Scompare per decenni, lo danno morto fino a quando un suo fan, dopo anni di ricerche, non lo scova in un ospizio e lo riporta a suonare. In fondo, come vedi, c’è speranza per tutti.
-Fanculo.
-Ascolta, è inutile che te la prendi. Non c’è nulla da fare. Un amore non corrisposto è un amore inutile. Tu adesso devi pensare in termini pragmatici.
-Cioè?
-Cioè... a cosa ti serve una delusione d’amore? A un beneamato cazzo. Sei per caso un artista? Uno scrittore? Un musicista? Puoi forse convogliare questa sofferenza nei canali dell’intuizione e della creazione? Puoi eternarla in un sonetto, una canzone, un quadro? Cosa fai tu nella vita?
-Geometra.
-Appunto.
-Mi sento un rifiuto.
-Senti... il problema non sei tu e non è nemmeno lei. Il problema è che le cose vanno in un certo modo e basta. Una cosa o c’è o non c’è, punto. La virtù potrà anche stare nel mezzo ma l’amore non è una virtù. L’amore è un vizio e i vizi non conoscono mediazioni.
-Bella questa, è tua?
-Presumo di sì, non ricordo di averla letta.
-Cazzo, intanto io non riesco a non pensarci. Ce l’ho sempre davanti agli occhi.
-La memoria è fallace, mio caro. La dimenticherai un pezzo alla volta e scivolerai nella spirale dell’oblio.
-È così bella, sapessi...
-E cos’altro?
-Intelligente, molto profonda, sensibile, come fosse sempre in armonia con le cose e con il mondo.
-Ricorda: l’amore è quella condizione per cui l’uomo vede le cose come non sono. Nietzsche.
-Chi?
-Ni-ce.
-E che vuoi dire con questo? L’hai forse conosciuta, tu?
-No.
-E allora che cazzo dici?
-Mica c’è bisogno di conoscere tutti e tutto per farsi un’idea delle cose. Si può procedere per archetipi.
-E lei che archetipo sarebbe, scusa?
-L’archetipo della stronza.
-Sei un cinico.
-Realista.
-Cinico e senz’anima.
-Contento tu.
-Uff... non so proprio cosa fare.
-Te l’ho detto, rassegnarti. Stasera vieni con me ad una festa di laurea. Almeno ti distrai.
-Non sono in vena.
-Dai che magari rimedi qualcosa.
-No, non posso.
-Perché?
-No.
-Perché?
-Ti dico che non posso!... Ho un problema.
-Lei?
-Non proprio.
-E cosa?
-Eh... il frenulo.
-Cosa!?
-Il frenulo... mi si è spezzato. Per un mese non posso... be’, hai capito.
-E come cazzo ti si è spezzato?
-Troppa foga.
-Ommiodio! È orrendo.
-Doloroso, più che altro.
-Ma allora con la tipa ci sei andato a letto?
-No, non era lei.
-Cazzarola, ma non eri innamorato e in preda allo sconforto?
-Sì, ma le esigenze del mio affare sono cosa ben diversa dai tormenti del mio animo.
-Non posso che darti ragione. E poi, si sa, la vita non è mica una questione di cuore.
-Celine.
-Esatto... Ma quando ti si è... sì insomma, com’è andata?
-Preferirei non parlarne, non adesso.
-Ok, scusa... ma è una cosa orrenda. Orrenda e affascinante.
-Ripeto, volgarmente dolorosa.
-Ma comunque… con lei… come siete rimasti?
-Le ho detto che a questo punto era meglio non sentirci più.
-E lei?
-Se l’è presa. Ha detto che non posso lasciarla, che ha bisogno di me.
-T’avrà mica tirato la pippa dell’amicizia?
-C’era molto vicina. L’ho fermata in tempo.
-Scampata per poco.
-Già, per un pelo.
-Secondo me tu sbagli tattica.
-Illuminami.
-Ti presenti troppo da persona sensibile e comprensiva.
-E allora?
-E allora le donne vogliono i comprensivi per parlarci, e gli stronzi per scoparci.
-E secondo te, illustrissimo, cosa dovrei fare?
-Essere uno stronzo venato di comprensione.
-Cioè?
-Cioè un uomo profitterol.
-Eh?
-Dolce ma con le palle.
-Da dove l’hai presa questa?
-L’ho sentita in giro. Ma al di là della bassezza allegorica, la frase ha una sua valenza semantica molto marcata.
-Sarebbe?
-È vera.
-Tu saresti un uomo profitterol?
-No. Io sono un uomo millefoglie.
-Ah, davvero?
-Certo. Multistrato: duro cremoso, duro cremoso.
-E senti, premiata forneria marconi, la cosa funziona?
-Certo, sono o non sono fidanzato da tre anni?
-E mai nulla di male?
-Mai.
-E quella volta che lei è andata in Grecia con le amiche?
-Aveva bisogno dei suoi spazi.
-Hm... e quando ha fatto l’erasmus a Malta e non ti ha mai fatto una sola telefonata in nove mesi?
-Comunicazioni telefoniche difficili con l’estero.
-E quella volta che, mentre scopavate, t’ha chiamato con il nome del suo relatore della tesi?
-L’ha fatto per vedere se ero distratto. E comunque eravamo agli inizi. Gli inizi sono sempre difficili. Adesso le cose si sono consolidate.
-Tu ci credi davvero alle cazzate che dici?
-No. Ma il punto non è questo.
-E quale sarebbe, il punto?
-Il punto è che... sono un coglione innamorato.
-No. Tu sei l’archetipo del coglione innamorato.
-Ok, ma il punto non è questo.
-E quale sarebbe, il punto?
-Il punto è che io le mie convinzioni ce l’ho. Tu no. E senza convinzioni non si va da nessuna parte.
-Convinzioni? Io le tue le definirei più illusioni.
-Discrepanza lessicale di poco conto.
-Quindi secondo te io dovrei architettarmi tutta una serie di cazzate esistenziali e impostare la mia vita su quelle?
-Suppergiù. Vedi, il mondo va in un modo, tu vorresti che andasse in un altro. Considerato che non puoi modificare il corso delle cose, se non per un milionesimo di grado se proprio ti va di culo, non hai alternative: o ti crei delle convinzioni o t’ammazzi.
-Una via di mezzo?
-Non ne conosco.
-Ma così è tutto fasullo.
-Lo sarebbe ugualmente. E poi, non è tutto fasullo. Lo è solo ciò che non coincide con le tue convinzioni.
-Cioè?
-Allora, le sole cose ad essere vere sono le tue convinzioni. Qualsiasi cosa contrasti con le tue convinzioni è falso, quindi non è vero. Come tale non esiste.
-Capzioso.
-Utile, direi.
-Semplicistico.
-Aggiungerei funzionale.
-Stupido.
-Inevitabile, mio caro. E poi non si tratta di una cosa permanente. È solo uno stoccaggio di convinzioni da tirare fuori quando servono.
-Scusa... un messaggio.
-Chi è?
-Hm... è lei.
-Che dice?
-Che le manco.
-E poi?
-Che ha bisogno di me.
-E poi?
-Che vuole parlarmi.
-E poi?
-Niente.
-Ti farai mica incastrare?
-Certo.
-Certo?
-Ho le mie convinzioni, io.
-E quali sarebbero?
-Io sono convinto che lei mi ami.
-Ma se non ti desidera!
-Particolare irrilevante... almeno per il prossimo mese.
-Prossimo mese?
-Eh...il... coso... frenulo...
-Ah, dimenticavo.
-In un mese può succedere di tutto.
-Tipo?
-Tipo un cataclisma.
-Sei convinto?
-No.
-Bene.
-Ma a te un dubbio non viene mai?
-I dubbi rendono folli.
-Non è il dubbio, è la certezza che rende folli. L’ha detto Nietzsche.
-Uh, da quando leggi Nietzsche?
-L’ho letta in un cesso alla stazione, stamattina.
-Pensavo che nei cessi ci fossero solo numeri di telefono.
-A proposito, il numero della tua donna è per caso 349...?
-Sì, perché?
-Era nel cesso.
-…


2 commenti:

Anonimo ha detto...

1)che a essere "in armonia con le cose e col mondo" ti viene po’ più facile se Dio o chi per lui ti ha concesso la grazia di essere bella. Perché di bella era bella, se no col cavolo che ti accorgevi di un’anima tanto "sensibile e profonda"
2)che a essere tanto "sensibili e profondi" da pretendere di non essere abbandonati dalla persona a cui si è appena negato l’amore siamo bravi tutti
3)che telefonare alla persona a cui si è appena negato l’amore per reclamarne l’amicizia se lo può permettere solo chi si è sempre sentito dire di sì

Anonimo ha detto...

Detto questo, bel blog.