lunedì 15 dicembre 2008

Moquette

Andy era seduto in poltrona, un bicchiere di gin in una mano e una sigaretta nell’altra. Osservava da ore una macchia scura sulla moquette quando il telefono squillò. Si voltò lentamente a guardarlo, senza decidersi a rispondere. Poi, a fatica, si alzò. Vacillando, urtò un tavolino su cui era poggiata una bottiglia vuota. La bottiglia oscillò fino a cadere.
«Pronto?».
«Andy… Sono io, Lisa».
«…».
«Andy?».
«…».
«Andy… Ascolta, mi dispiace. Ho appena saputo di tuo fratello. È terribile, io… Come stai?».
«…».
«Ascolta Andy. Io non ho parlato, non ho detto nulla. Se posso fare qualcosa, se posso fare qualcosa dimmelo e…».
Andy mise giú il ricevitore. Rimase per un po’ con la mano poggiata al telefono, la testa china e gli occhi chiusi. Sentiva una fitta alla tempia destra. Tornò a sedersi e scolò l’ultimo dito di gin, spense la sigaretta e riprese a fissare la macchia scura sulla moquette.
Quella mattina, al funerale di suo fratello Raul, Andy si era ritrovato a contare i tonfi della terra che i becchini lanciavano sulla bara. Fra la gente assiepata intorno alla fossa, aveva incrociato gli occhi di sua cognata che tentavano di nascondere l’imbarazzo e la vergogna dietro al dolore del lutto. A vederla, sentí aleggiare tutt’intorno un vuoto profondo, buio come la fossa in cui stavano seppellendo suo fratello.
Era tornato a casa, con il cielo che diventava un fragore nero di vento e pioggia, si era messo in poltrona e aveva cominciato a bere fissando la macchia sulla moquette, un alone rugginoso poco discosto dal tavolino.
«Vi ho visti», aveva detto Lisa il giorno prima che Raul morisse.
Andy era rimasto in silenzio a guardarla.
«Io…», aveva balbettato.
Nelle orecchie sentiva un turbinio di suoni bassi che rimbombavano fin dentro la testa.
«È la moglie di tuo fratello, per dio», aveva detto Lisa.
Andy si era avvicinato prendendola per un braccio.
«Ascolta…», era riuscito a dire.
Lisa lo aveva spinto ed era corsa via, lasciandolo immobile al centro della stanza. Il mondo intero si era ridotto a un grumo di sensazioni incomprensibili.
Il giorno seguente, sua cognata aveva telefonato in lacrime dicendogli che Raul era morto. Aveva scoperto tutto e si era sparato un colpo alla testa. A quella notizia, Andy vide la stanza farsi d’una consistenza lattiginosa. Sentí le forze scivolargli via e cadde sbattendo la testa sullo spigolo del tavolino.
Svenne, e quando riaprí gli occhi la prima cosa che vide fu la moquette intrisa di sangue.


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